Un nuovo rischio online per gli adolescenti: la radicalizzazione

La prima volta che ho sentito parlare di radicalizzazione è stata nel Giugno 2019, quando insieme alla mia squadra di Tice ho partecipato ad un incontro sulla sicurezza dei giovani online presso la sede di Google Italia. Fino a quel giorno avevo sentito parlare di rischi legati al web molto più comuni: cyberbullismo, adescamento, dipendenza da internet, esposizione a contenuti inappropriati, ma secondo gli esperti di Google la radicalizzazione era un fenomeno particolarmente pericoloso, in aumento e poco conosciuto.

Con il termine radicalizzazione si intende il processo attraverso il quale gli individui, spesso molto giovani, passano dal mostrare una posizione moderata ad una estrema in campo sociale, politico o religioso. 

Questo processo, oggi, può avvenire facilmente online, attraverso l’esposizione a messaggi o immagini radicali e il coinvolgimento in gruppi estremisti.

Sembra, inoltre, che il confinamento da Covid-19 abbia reso più frequenti questi casi, in particolare nei soggetti più fragili. 

Internet, da sempre, connette persone che la pensano allo stesso modo e chi è isolato, quindi moltissime persone di recente, non ha la possibilità di confrontarsi con altre opinioni all’interno del proprio gruppo scolastico o lavorativo. A ciò si aggiungono la crisi economica e l’abbassamento generale della qualità della vita nei giovani, che possono influenzare i giovani e portarli più frequentemente a comportamenti di accusa o impulsivi.

Quali sono i fattori che pongono un ragazzo più a rischio di essere radicalizzato? 

Esistono alcune caratteristiche individuali che rendono un ragazzo più vulnerabile alla radicalizzazione online (Campeloi et al., 2018):

  • Alcuni tratti della personalità: antisociali, ossessivi e istrionici
  • Una dimensione depressiva 
  • Una storia di dipendenze: alcuni soggetti hanno riferito che l’effetto positivo e gratificante dell’impegno radicale ha permesso loro di sbarazzarsi di una dipendenza da sostanze
  • Attrazione per il rischio e le sfide (l’adolescenza di per sè può rappresentare un fattore di rischio) 
  • Esperienze precoci di abbandono 
  • Desiderio di appartenenza a una comunità 
  • Scarsa autostima 
  • Ingiustizia percepita, o il sentimento di ingiustizia, è un altro fattore determinante della radicalizzazione. È citato in diversi studi, qualunque sia il vocabolario utilizzato: “Ingiustizia percepita”, “Oppressione percepita”, “Frustrazione”, “Disperazione” o “disprezzo percepito”

Come capisco se mio figlio si è avvicinato ad ambienti estremisti online?

Esistono diversi segnali a cui prestare attenzione, sebbene molti di essi siano molto comuni tra gli adolescenti. In generale, prova a rispondere a queste domande: 

  • Tuo figlio è diventato più riservato riguardo alle persone con cui parla online e ai siti che visita? 
  • Di recente è passato da visioni politiche moderate a visioni più estreme
  • Si è convinto che la propria religione o cultura siano minacciate? è convinto che l’unica soluzione a questa minaccia sia la violenza o la guerra? 
  • Ti sembra mostrare un bisogno disperato di essere accettato all’interno del suo nuovo gruppo virtuale? 
  • Mostra intolleranza nei confronti di persone di altri paesi, religioni o convinzioni politiche?
Cosa devo fare se penso che mio figlio si sia avvicinato ad ambienti o persone estremiste? 
 
Se sei preoccupato che tuo figlio possa essere entrato in contatto con un gruppo radicale, parlagli con calma scegliendo un momento sereno e cerca di capire perché ha adottato queste opinioni provando a delegittimarle. Prova a chiedere, ad esempio: “Ti senti arrabbiato? Con chi? Come pensi che queste persone possano avere commesso questa ingiustizia?”.
 
Anche se in adolescenza i giovani subiscono maggiormente l’influenza dei pari o di altri adulti esterni alla famiglia, i genitori tendenzialmente vengono ancora percepiti come importanti portatori di verità. Chiedi il supporto di altri adulti rilevanti per tuo figlio, se necessario, per esempio un esperto della specifica cultura a cui pensi tuo figlio si sia avvicinato, ma con idee meno radicali, che possa farlo riflettere sulle sue idee. 
 
La prevenzione è un aspetto importante. Molti studi scientifici legati al tema di come gestire i social network dei figli sottolineano l’importanza di mediare in modo attivo: fare domande su ciò che i figli svolgono online, essere amici o follower dei propri figli sui social o in ogni caso familiarizzare con gli strumenti digitali conoscendone i rischi, ma anche le importanti occasioni di socializzazione che offrono. 
 
Se sospetti fortemente che tuo figlio si sia avvicinato ad ambienti devianti o estremisti, credi che sia in pericolo e senti di non avere più alcuna influenza su di lui, parlane con un professionista dell’adolescenza.
 
Per informazioni sui nostri servizi di supporto agli adolescenti o alla genitorialità non esitare a contattarci: clara.cavallini@centrotice.it